La Bicizeta

La Bicizeta

Un po' di storia, dati tecnici, componenti e molto, molto altro...

…Nato e venuto a mancare in quello che è il decennio del ’60, questo stravagante ciclomotore chiamato Bicizeta, è stato prodotto dalla Zanetti Motori in diverse varianti per diversi mercati; tra questi quello italiano conta un numero di esemplari riconducibile a qualche migliaio. 

Per maggiori informazioni consulta la pagina “Il Registro Storico”.

Ciclomotore Bicizeta Zanetti
Foto tratta dalla sezione  “Pubblicazioni”

Dotata di un piccolo ma tenace motore con trazione a rullo, vantava una percorrenza quasi da record di 75 chilometri con un litro di miscela (al 5%) grazie alla modesta cilindrata (effettiva) di soli 42cc ed una potenza di 1cv, il tutto alimentato da un carburatore ridotto rispetto agli standard di molti altri 50cc del tempo. Come si può notare anche dall’immagine precedente, la dicitura veniva orgogliosamente riportata all’interno dei dati fondamentali in tutte le brochure di vendita e le inserzioni pubblicitarie.

Ciò che invece non veniva esposto, se non nei manuali di officina, era il suo nome proprio che in gergo tecnico era C50/2 Z2, dove la dicitura “Z2” si prestava a distinguere la versione dedicata alla Bicizeta dal gemello C50/2, progettato esclusivamente per l’utilizzo agricolo e la vendita sciolta.

Al momento dell’uscita sul mercato questo ciclomotore così particolare colpì davvero molti, ciò fu reso possibile grazie ad alcune sue particolarità come l’avviamento a strappo, il serbatoio integrato al manubrio e la possibilità di dividere fisicamente il telaio in due (sistema simile alla conosciuta Graziella); questa particolarità ne permetteva una facilità di trasporto eccezionale e unendola alle altre qualità ne uscì un qualcosa di assolutamente inedito.

Bicizeta Zanetti divisa in due
Foto della Bicizeta divisa, tratta dalla rivista “Scooter et cyclomoto ed.1969” 

L’apprezzamento e lo stupore infatti non si manifestarono solamente nel mercato nazionale, ma ebbero eco in tutte le nazioni limitrofe; in Francia ad esempio, nel 1969 la nota rivista “Scooter et Cyclomoto” ne recensiva le caratteristiche dedicando alla Bicizeta un articolo di ben 5 pagine, questo capitava quasi un anno dopo la sua comparsa al Salon de Paris in occasione dell’edizione datata 1968.

Queste peculiari caratteristiche le diedero una decisa spinta iniziale sul mercato, che venne in seguito amplificata dall’avvento della seconda versione aggiornata, sia in termini tecnici che estetici, grazie ai quali poté esprimere tutto il suo carattere, permettendone una produzione numerosa nonostante i pochi anni in cui questa rimase attiva.

L’evoluzione non si fece aspettare troppo, infatti si concretizzò subito dopo la produzione dei primi 800 esemplari circa, una corsa ai ripari atta a risolvere le problematiche del primo modello e in particolare del suo sistema di avviamento, patologico alla precoce usura delle sue parti meccaniche interne e alla loro conseguente scarsa affidabilità. Ne conseguì pertanto la sua eliminazione a favore di un sistema di avviamento già conosciuto, quello a depressore (indicato in foto).

Depressore motore Bicizeta - collezionezanetti
Foto del depressore, preso dall’articolo “Bicizeta” 

Caratteristica fondamentale di questo sistema è l’adozione di una valvola sulla testa comandata a cavo dalla leva inclusa nel gruppo comandi a manubrio di sinistra, che grazie al suo azionamento durante la messa in presa del motore sulla ruota anteriore permetteva la depressurizzazione della camera di combustione al fine di ottenere un facile avviamento. Questo nuovo e collaudato sistema, grazie alla sua semplicità, efficienza e bassissima manutenzione venne poi adottato come standard fino alla fine della produzione, anche per tutti i motori C50/2 Z2 destinati alla vendita sciolta.

Ovviamente l’alzavalvola non fu una scoperta ingegneristica in quanto questo sistema era già adottato da alcuni ciclomotori come ad esempio il Velosolex, il Mosquito, il Ciao e molti altri. Ciò permise tuttavia alla Bicizeta di abbandonare (forse) l’unica difettosità di cui era in possesso e di conquistare la sua fetta di mercato, incontrando appieno le priorità che a quel tempo facevano da cardine per la scelta del proprio mezzo di locomozione personale.

Ci tengo tuttavia a spezzare un lancia a favore di questo primo sistema di avviamento così poco apprezzato, sottolineando la genialità progettuale dello stesso, rappresentata dalla notevole sfida che si è dovuta affrontare per integrare totalmente un meccanismo così complesso in uno spazio tanto angusto.

Parallelamente a quanto detto, viaggiano di pari passo alcuni aggiornamenti che il secondo modello di Bicizeta ha ottenuto, tra questi l’adozione di un mozzo ruota e la comparsa di una nuova tipologia di giunzione intermedia del telaioBREVETTATA dalla Zanetti stessa e caratterizzata da un sistema di sgancio rapido regolabile che permetteva al telaio di essere diviso senza l’utilizzo aggiuntivo di attrezzi.

Il frazionamento in primo e secondo modello è una scelta che ho adottato fin dall’inizio per poter classificare al meglio le varie caratteristiche di questo ciclomotore, basata sull’unico distinguo che è stato fatto dalla casa madre, rinvenuto tra le pagine del libretto di uso e manutenzione del manuale Bicizeta.

NB: Anche se differente dal primo modello, entrambe le versioni di motore hanno conservato nel tempo la propria nomenclatura di C50/2 Z2.

Quanto detto fino ad ora riguarda prettamente la Bicizeta per come la conosciamo noi qui in Italia, ma come già accennato all’inizio della pagina vi sono delle sue varianti che negli stessi anni sono state prodotte per alcuni mercati esteri, tra questi Germania, America e Svizzera.

Rimaste sconosciute fino a qualche tempo fa, grazie ad una mole impressionante di indagini e al fortuito incontro con alcuni appassionati stanno finalmente tornando alla luce; tutte basate sul secondo modello, si differenziano tra loro per via delle modifiche ottenute al fine di incontrare le normative imposte nei paesi d’espatrio. 

…Se vuoi saperne di più, fai un salto alla sezione dedicata alle Bicizeta estere, lì troverai moltissime notizie e curiosità su queste varianti della Bicizeta Italiana.

Bicizeta Primo modello

L’esemplare che ha aperto le porte del mercato nazionale e non solo a questo particolarissimo ciclomotore;

Clicca e scopri tutte le sue caratteristiche

Bicizeta Secondo modello

L’erede, la versione ultima che ha caratterizzato la maggior parte della produzione italiana.

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Bicizeta Estere

Plurale, perchè di versioni destinate all’export ce ne sono eccome, questa è la parte sconosciuta di questo ciclomotore.

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