
Era il 1970 e una celebre rivista del settore motociclistico esordiva con un articolo così intitolato; sancendo uno dei grandi passi che qualche tempo prima portò Augusto Zanetti e la sua omonima ditta ad inserirsi di fatto nella produzione di propulsori per il settore delle due ruote a motore.
Ma la storia di questo marchio non inizia di certo qui, per vederne le origini bisogna fare un salto indietro di più di tre decenni da quel titolo di giornale; quando la “Zanetti Motori” appunto, cominciò a produrre ingranaggi per i più svariati marchi di auto, moto, macchine agricole e industriali. Una presenza silenziosa ma fondamentale, pilastro della meccanizzazione ed esempio di un’intraprendenza caratteristica di quegli anni, che con il passare del tempo ha permesso all’azienda di migliorarsi ed espandersi, arrivando ad affermarsi già verso la fine degli anni ’50 tra le più importanti produttrici di componenti meccaniche nel panorama nazionale.
Il passaggio all'industria dei motori 2 tempi
Agli albori del decennio successivo, in un paese nel pieno della crescita culturale ed economica, nelle campagne come nel resto del paese dominava un crescente sviluppo tecnologico. Cavalcando quest’onda l’idea di produrre motori 2 tempi robusti ed affidabili divenne presto una realtà.
Una produzione che mirava a coprire tutte le fasce della piccola meccanizzazione agricola con cinque motori, tutti fratelli ma con cilindrate differenti. Partendo dal più piccolo 50cc, seguendo con un 90cc (detto anche 100), un 120cc, un 175cc e finendo con il più grosso e prestante 200cc.
Grazie all’universalità di questi motori la Zanetti ha anche collaborato con moltissime ditte del settore agricolo di quel tempo. E sono proprio queste collaborazioni che oggi ci permettono di osservare molteplici varianti di questi motori, creati per soluzioni “su misura” come quella visibile qui sotto.
Foto tratta dall’articolo “tagliaerba Alcegarden“
Il successo
La semplicità, la funzionalità e la durevolezza dei suoi prodotti permise di affermarsi in breve tra le principali aziende del settore italiano, apprezzate molto anche in ambito europeo. Mentre proseguiva la produzione per questo settore, la Zanetti decise di avventurarsi sul trampolino di lancio dell’ultimo grande passo, quello verso quello dei ciclomotori. Un settore che ha vissuto da protagonista per molto tempo, contribuendo a movimentare la nostra intera nazione fin dal dopoguerra.
Sull’onda del successo, alla fine degli anni ’60 il piccolo motore agricolo da 50cc vide la nascita di altri tre fratelli (cilindrata parlando), destinati però ad un diverso utilizzo.
I motori stradali
I nuovi propulsori erano infatti venduti come “sciolti”, questo significava che gli altri costruttori (non solo di ciclomotori) potevano acquistarli liberamente ed utilizzarli per movimentare i loro mezzi. Una pratica che in quegli anni era molto comune, quella degli assemblatori.
I tre motori erano:
– Un 50cc a quattro marce con frizione a bagno d’olio, (nella foto in alto).
– Un 50cc mono-marcia orizzontale in presa diretta con frizione automatica (nella foto in basso a sinistra)
– Un 50cc ausiliario orizzontale mono-marcia con frizione automatica (nella foto in basso a destra)
Foto tratta dalla sezione “Pubblicazioni“
Il motore ausiliario con trasmissione a rullo, oltre ad essere destinato all’equipaggiamento dei più svariati mezzi a motore, è stato anche il propulsore dell’unico modello di ciclomotore che la ditta cominciò a produrre pochi anni più tardi. Il suo nome è Bicizeta, un ciclomotore che vide una considerevole produzione di diverse migliaia di esemplari.
Anche grazie a lei, alla fine degli anni ’60 la Zanetti (situata in Via Porrettana 508), vicina di “casa” della conosciuta Franco Morini, poteva poteva vantare una produzione davvero florida tra la stessa Bicizeta, i motori agricoli e quelli stradali. Prodotti destinati sia per il nostro mercato nazionale che l’export.
Cosa è successo alla Zanetti Motori?
Come la storia insegna, i grandi cambiamenti portano con sé trasformazioni radicali e, talvolta, la fine di intere realtà industriali. Così accadde anche alla Zanetti Motori, che, dopo il declino delle Bicizeta e dei motori stradali, proseguì per qualche tempo con la produzione agricola, fino alla definitiva chiusura.
Tuttavia, il nome non andò perduto. Anni dopo, il marchio fu acquisito dalla ditta Fratelli Patierno, già attiva nel settore da molti decenni. Oggi, pur sotto una diversa gestione e in un nuovo contesto, la Zanetti Motori rimane il simbolo di un territorio e di un’era ricchi di innovazioni ed emozioni.